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Comunicato stampa

 

Da domani la scuola si fa al Real Bosco a cavallo di un Mammut. Come potrebbe essere una scuola capace di far tesoro dell’emergenza sanitaria? Venite al Bosco di  Capodimonte tra il 15 e il  29 giugno e ve ne farete un’idea.

Il Centro Territoriale Mammut di Scampia, in collaborazione con il Real Bosco di Capodimonte,  realizza 10 mattinate di scuola frutto della sperimentazione con docenti e operatori sociali di Napoli (a Scampia, Monterosa, Centro Storico, Vomero, Bagnoli) a di altre città italiane. 

 

Oltre  1.000 i bambini e 50 i docenti coinvolti nella sperimentazione guidata dal Centro Territoriale Mammut nell’ultimo anno grazie alla collaborazione con le scuole napoletane  ICS V Circolo e Virgilio 4 di Scampia, il 58^ Circolo del Monterosa, la scuola paritaria Dalla Parte dei Bambini (sedi Quartieri Spagnoli, Corso Vittorio Emanuele, Vomero), l’ICS Giacomo Leopardi di Potenza e la scuola di italiano per stranieri Spac di Modena.

 

Dove e come fare scuola? Come trasformare uno degli anni più duri della storia dell’umanità in possibilità di rinnovamento per scuola e città? Tra il 2020 e il 2021, tra Dad, gel e mascherine   docenti e bambini si sono interrogati attorno a questi argomenti, proseguendo la ricerca pedogica promossa dal Centro ricerche di Scampia e disegnando i tratti di una scuola nuova che potrebbe farsi quotidianità a partire da settembre. Scuola nuova alla quale il gruppo di ricerca del Mammut ha cominciato a far prendere forme nelle giornate al Bosco organizzate a giugno.

Il tenativo  di attualizzare gli insegnamenti della pedagogia attiva a partire da marginalità urbane e metodologie della ricerca azione, è stato avviato dal Centro Territoriale Mammut (info su www.mammutnapoli.org) nel 2007,  coinvolgendo molti enti pubblici e privati in tutta Italia. Negli anni precedenti, a fie maggio veniva svolta in piazza Giovanni Paolo II di Scampia la giornata finale del percorso svolto all’interno delle classi nei nove mesi precedenti. Ma quest’anno, anche a causa delle regole più restrittive dettate dall’emergenza, l’iniziativa si decuplica e diventa nuova possibilità: esperienza pilota, possibilità da cogliere per scuole,  associazioni e enti di gestione del verde pubblico. Giornate strutturate secondo quanto indicato dalla ricerca e quindi basate su gioco e movimento, discussione pariataria, mescolanza e narrazione tra i bambini partecipanti. Perchè se quanto emerge chiaramente dallo studio del CT Mammut è che una scuola nuova non può più farsi solo in aula perchè  ha bisogno della città e di spazi verdi, con altrettanta evidenza la ricerca evidenzia che una scuola all’aperto può anche essere una pessima scuola. Diventa pertanto indispensabile una duplice azione: formare i docenti perchè siano in grado di fare scuola fuori dall’aula e fornire agli spazi esterni la dotazione minima perchè possano essere utilizzati al meglio durante le lezioni all’aperto. 

Le 10 giornate organizzate dal CT Mammut vedranno bambini del Centro Storico come del Vomero e di Scampia “studiare” la comunità di vegetali, animali e minerali del bosco, assieme alla  comunità degli uomoni che la animò, a partire da suggestioni dovute all’invisibilità che ha fatto da sfondo integratore della ricerca durante l’anno. 

Ciasuna delle giornate di “scuola al bosco” sarà una messa in piazza di un gioco didattico-tearale e questa è la trama che ne sta alla base: un terribile mostro, lo Schermotauro, che si nutre dei cervelli degli altri perchè lui non ne ha uno proprio,  terrorizza il Regno da anni. Il Re lo ha rinchuso nel labirinto e compito dei prodi coraggiosi (i bambini delle scuole) sarà quello di sconfiggere il mostro e liberare così il Reame. Con un particolare: lo Schermotauro ha il potere di annullare i 5 sensi, per cui l’unica possibilità che i cavalieri avaranno sarà di far conto sull’aiuto dell’invisibile... Grazie a indizi, tracce nascoste, a personaggi misteriosi che compaiono da alberi e cespugli e agli insegnamenti degli indiani d’America gli studenti gioacatori faranno matematica, italiano, storia, geografia nel tentativo catartico di metabolazzare l’insalubrità di un anno di isolamento attraverso la comunità di persone e natura con cui interagiranno durante la giornata. 

Dopo aver lavorato un intero anno in un percorso di formazione cooperativa, adulti e bambini arrivano così pronti a condividere una possbilità di fare scuola davvero rinnovata. Non resta che coglierla e farla diventare virale. 

Ciascun gruppo dei bambini partecipanti lascerà al Real Bosco un’istallazione permanente, narrazione visiva delle storie e delle esperienze vissute in quell’occasione. Testimonianza dellla bellezza dell’interdipendenza di ogni elemento del creato come unica vera possibilità di liberazione. 

 

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