Chirone è disperato.
Tutti i grandi vanno da lui e gli chiedono una medicina per i propri figli (anche se quelli non hanno proprio un bel niente). Ma soprattutto i grandi si fanno sempre più insistenti:
"E se si fa male? E si si fa male? E se si fa male?".
Ogni giorno file di grandi prendono incessantemente ad affollare l’antro della caverna di Chirone, perché vogliono addirittura una medicina “preventiva”, che li assicuri che i loro piccoli non si faranno mai male.
Per questo Chirone, che è un vero medico, uno di quelli seri che fa il medico per passione e non per vendere medicine, è disperato.
Ma come mai i grandi sono cosi preoccupati? Per scoprirlo dobbiamo fare un passo indietro.
Narciso era invidioso. Non sopportava più di vedere tutti quei bimbi (e a volte anche qualche grande) che correvano sopra e sotto, a destra e a sinistra avanti a lui. Che giocavano e si divertivano. Insomma! Lui immobilizzato a guardarsi nello specchio d’acqua quant’è bello e quant’è bello… e tutti quegli insolenti non solo non ammiravano la sua bellezza, ma se la spassavano pure facendo cose che lui non avrebbe mai potuto più fare.
Così Narciso chiese aiuto ad Atlante, un mago assai potente e bravo soprattutto nelle illusioni ottiche, cioè nel far vedere agli altri cose che non ci sono.
Atlante allora operò una terribile magia: fece in modo che tutti i grandi vedessero i propri figli, alunni, nipoti… non per quello che stavano davvero facendo, ma per il male che avrebbero potuto farsi . Per esempio: una mamma guardava il figlio seduto su una sedia e invece di vederlo “seduto sulla sedia” lo vedeva “mentre scivolava e si rompeva la testa battendola per terra”.
Immaginatevi un po’ cosa ne fu delle mamme, dei papà, delle nonne, delle maestre e di tutti i grandi che già per conto loro un poco d’ansia ce l’hanno sempre. Fu una vera tragedia.
I grandi obbligarono i propri piccoli a starsene chiusi in casa, o in luoghi super sicurissimi, per tutto il giorno. Figuriamoci la notte. Non contenti ancora, andarono da Chirone a chiedergli se li poteva tenere tutti rinchiusi nella caverna, giorno e notte. O almeno di giorno.
Per questo Chirone era disperato.
Per fortuna Pan ci mise lo zampino: ogni tanto andava da qualche bambino e gli dava la forza di un cavallo, o l’agilità di una scimmia, o la velocità di una gazzella… Forze animali si impadronivano dei bambini grazie all’intervento di Pan e non c’erano mura capaci di tenerle a bada. Un bambino toccato dalla forza del gorilla cominciò ad arrampicarsi sopra al palazzone di 15 piani in cui viveva e portò con sé pure la mamma. Fu il panico più totale.
Ma purtroppo durò poco anche questo.
I grandi fecero una grande riunione di tutta la città: “basta! È ora di scoprire come mai i nostri figli riescono a fare cose così incredibili! Come riescono a sfuggirci? E se si fanno male? Basta! Basta!”. Tra ira e entusiasmo generali il signor Minervini si nominò capo dell’indagine segreta.
In poco meno di una settimana i grandi scoprirono quel mattacchione di Pan, lo catturarono e lo rinchiusero in una grandissimo cascettone.
Pan si dimenava, si dibatteva, urlava, dava calci, strepitava, faceva persino puzze puzzolentissime. Ma niente, dal cascettone non riusciva a uscire.
Così i grandi ottennero quello che volevano. No, Chirone non prese tutti i piccoli nella sua caverna, né di giorno né di notte. Ma i piccoli rimasero intrappolati in casa, o in luoghi sicurissimi, e niente e nessuno più a movimentare un po’ giornate sempre uguali. Dopo qualche settimana in quella città nessuno rideva più. Tutti erano mogi, tristi, camminavano un po’ curvi e, diciamolo pure, diventò tutto un gran mortorio. Molti cominciarono ad avere dolori e mali fino a quel momento sconosciuti e andavano da Chirone che però cure non ne aveva.
Anche per questo Chirone era disperato.
Intanto Narciso e Atlante ghignavano soddisfatti.
Chi salverà la città dall’illusione “e se si fa male?”
Tu almeno ci puoi provare.
Storia nata dalla scrittura collettiva con le classi partecipanti al mito 8, a cura del Centro Territoriale Mammut